Giuseppe Attanasio
Il giovane attore, rivelazione del cinema italiano, nella produzione americana “FERRARI” di Michael Mann nelle sale dal 14 dicembre
Giuseppe Attanasio (31 anni) è nel cast di uno dei film evento più attesi del 2023: in “Ferrari”, diretto da Michael Mann, è Romolo Tavoni, dirigente sportivo della casa automobilistica italiana.
Nato a Bologna, Giuseppe si diploma alla Civica Accademia di Arte Drammatica “Nico Pepe”. Da allora la sua carriera artistica l’ha portato ad essere autore, attore e performer per il teatro, in Italia e all’estero.
Dopo aver studiato e frequentato l’acting school di Nicola Donno, attore e maestro, nel 2020 esordisce su Rai2 e su Disney+ nella serie “Nudes” di Laura Lucchetti, dove interpreta Giancarlo; è nel cast di alcuni film e produzioni Netflix: ne “La legge di Lidia Poët” nel ruolo di Matteo Barenghi e in “Home for Christmas”, dove è Luca.
Ha inoltre collaborato con altre produzioni estere, tra cui il film “I don’t Understand You” di David Joseph Craig e Brian Crano, dove figura tra gli interpreti principali con Rimanldo.
La carriera di Giuseppe non si ferma al grande e piccolo schermo. Ha infatti preso parte a diverse grandi produzioni teatrali; solo per citarne alcune: “Materiali per una tragedia tedesca” di Fabrizio Arcuri (2016), “Romeo e Giulietta” di Paolo Valerio (2018), “Il giardino dei Ciliegi” di Nicola Borghesi (2018), “L’idiota” di Alberto Oliva (2020) e “Gravido” di Angela Malfitano (2021).
Sul piccolo schermo, Giuseppe ha preso parte a diverse campagne pubblicitarie di brand riconosciuti in tutto il mondo con Kinder e Xiaomi, per citarne alcuni.
Si sta inoltre dedicando allo studio per diventare stunt presso “Stunt Gym Boutique” di Simone Belli.
“Michael Mann è stato uno dei registi per cui ho sempre sognato di lavorare. È stato un piacere e onore lavorare con professionisti di altissimo livello.” – dice Giuseppe – “Ricordo che mi tremava la voce quando mi sono presentato ad Adam Driver il giorno della prima prova. Qualche secondo ed è passata la paura, mi ha messo subito a mio agio e abbiamo chiacchierato di Bologna e di tortellini prima dell’arrivo di Michael Mann.” – continua – “Lui ha un’eleganza e una chiarezza rari tra i registi con cui ho lavorato, nonostante il suo accento di Chicago, che mi portava spesso a chiedere “Can you say it again?” Il rapporto piu’ stretto e’ stato con Michele Savoia che condivideva con me il ruolo di braccio destro (chef enginer) diciamo un braccio destro e un braccio sinistro. Un’esperienza adrenalinica che mi ha lasciato, inutile dirlo, un grande vuoto appena conclusa che la voglia di rilanciare ha subito ricolmato.”
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